Quanto spetta agli eredi legittimi e legittimari

Sommario

Eredità legittima e calcolo della quota per gli eredi

In seguito all’apertura della successione, l’eredità deve essere divisa rispettando il testamento e quanto spetta agli eredi legittimi e legittimari.

L’art. 456 del nostro codice civile sottolinea che l’apertura della successione (e quindi l’eredità) avviene con la morte della persona, cosiddetto de cuius, il cui patrimonio verrà ereditato e trasmesso ai parenti.

Nel nostro ordinamento esistono due tipi di successione:

  • Successione legittima: questo è il caso in cui la persona che muore (da adesso lo indicheremo con il nome di “de cuius”) non lascia alcun testamento. In questo caso si seguono le regole stabilite dalla legge (pertanto il nome “successione legittima”);
  • Successione testamentaria: qui invece il de cuius ha fatto testamento e pertanto ha previsto a chi devolvere il proprio patrimonio.

Il testamento può poi essere di diversi tipi:

  • olografo: ossia redatto di proprio pugno dal de cuius da solo senza l’ausilio del notaio;
  • pubblico: redatto dal notaio su dettatura del testatore;
  • segreto: redatto dal testatore e poi consegnato al notaio, il quale lo aprirà alla morte convocando gli eredi e leggendo le disposizioni.

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Eredità con testamento: come funziona

Andiamo con ordine. Come abbiamo detto in precedenza che se non c’è testamento si aprirà una successione disciplinata dalle disposizioni di legge.

In questo caso parliamo di successione legittima ed i relativi eredi sono i cosiddetti eredi legittimi.

Sono eredi legittimi:

  • il coniuge;
  • i figli;
  • i parenti entro il 6° grado;
  • se non ci sono parenti entro il sesto grado si devolve tutto allo Stato.

Come funziona se invece c’è un testamento?

In questo caso, è il testatore che decide a chi devolvere l’eredità, ma può farlo solo entro dei limiti, ossia: rispettando sempre la quota legittima.

La quota legittima è sostanzialmente un quota indisponibile del patrimonio, in quanto la legge la riserva ai cosiddetti eredi legittimari (anche detti “riservatari”).

Gli eredi legittimari sono quindi diversi dagli eredi legittimi in quanto si fà riferimento a procedura differenti.

Chiaramente anche gli eredi legittimari sono sempre persone molto vicine al de cuius, ed in particolare sono:

  • coniuge;
  • figli legittimi, legittimati, non legittimati e adottivi ed i loro discendenti;
  • gli ascendenti (genitori e nonni), nel caso di assenza dei figli.

Queste persone hanno diritto per legge, anche se il testamento dice diversamente, ad una quota dell’eredità.

Nel caso in cui il testamento lede i diritti del legittimari, questi potranno impugnare lo stesso per lesione della legittima.

Calcolo quota legittima e disponibile

Abbiamo capito che la quota legittima deve necessariamente andare agli eredi legittimari.

La restante parte, cosiddetta “quota disponibile”, potrà andare a chiunque secondo quanto disposto dal testamento.

Ma quanto spetta agli eredi legittimari? Prima di definire le percentuali dobbiamo capire come calcolare l’intero patrimonio.

L’asse ereditario viene così determinato:

  • Si prende il c.d. relictumossia il valore dei beni e di tutti i diritti che appartenevano al de cuius alla data della morte;
  • alla somma come sopra conteggiato si sottraggono tutti i debiti del defunto;
  • poi si aggiunge i valore del c.d. donatum, ossia il valore di tutti i beni donati dal defunto durante la sua vita.

La somma come sopra definita riporta il valore dell’eredità.

Sul valore totale dovremmo calcolare la percentuale relativa per calcolare la quota legittima.

Si sottolinea che la quota legittima è solo una percentuale dell’asse ereditario e non una determinato bene.

Pertanto il defunto potrebbe aver disposto di lasciare in eredità ad un amico l’appartamento che tanto ci piaceva, senza alcuna lesione della quota legittima, laddove ci sia comunque una quota dell’eredità garantita agli eredi legittimari.

Quota legittima del coniuge

Al coniuge superstite, senza figli, è garantito il 50% del patrimonio ereditario.

Quindi metà risulta essere di quota legittima; l’altra metà di quota disponibile.

Al coniuge spetta anche il diritto di abitazione nella casa della residenza famigliare e diritto di uso su tutto il mobilio presente nell’abitazione.

Nel caso in cui oltre al coniuge siano presenti anche dei figli il suddetto importo viene ridotto.

  • nel caso di un figlio: sia alla madre che al figlio va il 33,33% (quota disponibile il restante 33,33%);
  • nel caso di due o più figli: alla madre va il 25%, mentre agli altri figli il 50% suddiviso in parti uguali tra i vari figli (quota disponibile 25%);

Esiste anche un altro caso.

L’ipotesi in cui sono presenti oltre al coniuge anche gli ascendenti (genitori e nonni). In questo caso:

  • al coniuge superstite va il 50% ed agli ascendenti il 25% (quota disponibile 25%)

Andiamo a vedere il caso in cui il coniuge è separato o divorziato.

Quota legittima del coniuge separato

Il coniuge separato ha gli stessi diritti del coniuge non separato.

È però importante evidenziare che il coniuge separato perde i diritti ereditari nel caso in cui la separazione è avvenuta con addebito a suo carico.

Nel caso in cui aveva diritto agli alimenti gli stessi si convertono in un assegno vitalizio a carico dell’eredità del de cuius.

Diverso è invece il caso del coniuge divorziato che vediamo di seguito.

Quota legittima del coniuge divorziato

Se dopo la separazione i coniugi hanno anche divorziato, il coniuge perde i diritti ereditari

Potrebbe avere diritto agli alimenti (convertiti in assegno vitalizio) come nel caso del coniuge separato. Questo solo se il coniuge sia realmente in uno stato di bisogno e se percepiva un assegno divorzile.

Esiste inoltre la possibilità che il coniuge divorziato abbia diritto alla c.d. pensione di reversibilità. In questo caso è però necessario che:

  • percepiva un assegno divorzile;
  • il coniuge non si è risposato;
  • il rapporto di lavoro da cui deriva la pensione veniva svolto dal de cuius già quando le parti erano sposate.

Diversamente il coniuge divorziato non può vantare alcun diritto.

Quota legittima dei figli

In parte abbiamo già analizzata la quota legittima dei figli nel vedere le quote del coniuge.

Riproponiamo sinteticamente:

  • se c’è solo un figlio: al figlio va il 50% (quota disponibile l’altra metà);
  • se c’è un figlio ed il coniuge: 33,33% per ciascuno (quota disponibile 33,33%);
  • due o più figli senza coniuge: prendono il 66,66% da dividere in parti uguali;
  • due o più figli con il coniuge: al coniuge va il 25% ed ai figli il 50%;

Nel caso di presenza dei figli, gli ascendenti non ereditano alcunché non avendo alcun diritto di legittima.

Quota legittima dei genitori

Questo è una caso chiaramente meno frequente.

Se sono presenti solo ascendenti (genitori o nonni) questi hanno diritto ad un quota legittima del 33%.

Se, oltre agli ascendenti, è presente anche il coniuge a quest’ultimo va il 50% ed ai genitori/nonni va il 25%.

Se sono presenti dei figli gli ascendenti non hanno diritto ad alcuna legittima.

Successione legittima dei fratelli e sorelle

I fratelli o sorelle del de cuius hanno diritto ad una quota legittima? No.

I legittimari sono solo quelli indicati sopra. Se non ci sono legittimari in vita il testatore può disporre liberamente di tutto il suo patrimonio.

Diverso è il caso di successione legittima (senza testamento), in quanto in quel caso anche i fratelli e sorelle potrebbero ereditare una parte del patrimonio.

Testamento olografo quota legittima fratelli

Considerato che la domando ci viene sottoposta più volte, riportiamo il relativo approfondimento.

Il testamento olografo, sebbene fatto in assenza del notaio, è comunque valido e pertanto aprendosi la successione testamentaria, anche in questo caso i fratelli e sorelle non hanno diritto a quote legittime e pertanto non ereditano se non disposto nello stesso testamento.

Quota legittima ai nipoti

Anche questo è un caso che ci viene chiesto spesso.

I nipoti hanno diritto ad una quota legittima? solo alcuni.

I legittimari sono solo i discendenti del de cuius. Pertanto se il figlio del defunto testatore è morto prematuramente, la quota dello stesso si trasmette al figlio dello steso (ossia il nipote del de cuius).

Presupposto è che vi sia la morte prematura del figlio affinchè la quota possa trasmettersi al nipote. Diversamente il nipote non è un erede legittimario ai sensi dell’art. 536 c.c.

Solo i discendenti in linea retta ha diritto ereditari. Nessun diritto spetta al nipote di altra linea di parentela.

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